Diario della gratitudine

Recentemente, dopo una formazione che me ne ha ricordato l'esistenza, ho ripreso in mano una buona abitudine che avevo abbandonato. Ho ricominciato a scrivere un diario della gratitudine. Ci sono numerosi siti e blog che ne spiegano il funzionamento e suggeriscono come farlo, c'è anche una pagina Wikipedia in inglese.
Ho scelto una versione semplice: ogni sera scrivo almeno tre cose positive della giornata, o le migliori della giornata. Ho preso un'agenda, niente di complicato ma con della buona carta, che mi permette il piacere di scrivere a mano. L'idea è di insegnare al mio cervello a vedere le cose positive, perchè quelle negative le vede benissimo (o ce le fanno vedere benissimo?).

Siccome mi conosco, mi sono decisa a fare l'esercizio ogni sera, anche quando è difficile trovare qualcosa, ma mi sono ripromessa che se una sera salto non sarà una scusa per smettere. Spesso infatti mi metto su un modo di funzionare 'tutto o niente' e il primo errore è una scusa per abbandonare. Stavolta invece il patto è : vado avanti anche se in maniera imperfetta.

Per migliorare ancora le cose, ho deciso di inserire questo momento nella routine serale con i bambini. Prendo pennarelli di colore diverso e scrivo quello che mi dicono anche loro. Già avevo l'abitudine di domandare loro a voce cosa avevano preferito nella giornata, ma il fatto di scrivere rende la cosa più interessante.

Vantaggio numero uno: se mi dimentico una sera, ci sono buone probabilità che loro mi ricordino di farlo.
Vantaggio o riflessione numero due: il mio bimbo spesso mi dice semplicemente di scrivere "tutto" sul diario.
Quando smettiamo di essere così positivi?


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