Tradizioni involontarie

Ero adolescente quando, leggendo un libro dopo l'altro scelto quasi a caso nella biblioteca di casa, sono capitata su una raccolta di favole. Le storie raccontate mi hanno sempre affascinato, la favola dei tre porcellini che mi raccontava mio nonno fa parte della storia familiare, e le sue storie inventate hanno un posto speciale tra i ricordi della mia infanzia. Ho letto i due volumi della raccolta piuttosto rapidamente e, poichè all'epoca la  mia giovane memoria era perfettamente efficace, alcune mi sono rimaste impresse abbastanza per poterle raccontare.

Durante le vacanze estive al mare ho cominciato a raccontare favole ai bimbi della spiaggia. E per qualche giorno è stata un'occupazione regolare, nonostante qualche critica da parte del gruppo di amici che si chiedevano che stessi combinando.
Quando i miei bimbi sono nati ho ripreso a raccontare storie, e le ho raccontate anche per lavoro a qualche gruppo di bambini. Con una mia ex collega abbiamo seguito una formazione per migliorare.

La distanza sociale imposta dalla situazione attuale ha lasciato più tempo libero a mia figlia, e una lunga conversazione via Skype con le cugine è stata l'occasione di raccontare loro una storia o due. Poi ha deciso di organizzare un momento per raccontare una favola agli amici del fratello via videoconferenza. Ma siccome lei è un'artista ha anche fatto delle illustrazioni per accompagnare i racconti, alcune le vedete qui. Vedremo che combinerà il numero due.



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