Resilienze e letture

In questo tempo parzialmente sospeso, in cui si esce poco e le interazioni con gli altri sono relative, ognuno di noi ha messo in piedi delle tecniche personali per stare bene.
Vi racconto un po' quello che facciamo noi, e se devo iniziare con la mia technica numero uno direi che è la lettura.

Io ho ripreso a leggere più del solito. Il tempo non è molto ma si trova comunque, tra un compito e l'altro dei bimbi, una lezione online e le incombenze burocratiche e domestiche. Mi sono riletta dei romanzi di Camilleri, qualche libro sul commissario Montalbano che ancora non conosco a memoria.


Ho approfittato di comprare un paio di libri a una libreria ticinese che può ancora spedire online qui in Svizzera (http://www.segnalibro.ch/).
Mi sono persa in un libro di Viola Ardone "Il treno dei bambini" romanzo che racconta un pezzo di storia che non conoscevo del dopoguerra italiano; bambini di famiglie povere del meridione che andavano a vivere temporaneamente al nord presso famiglie più benestanti. La bella recensione che mi ha spinto a comprarlo è questa: http://www.segnalibro.ch/p/upload/Viola-Ardone_Il-treno-dei-bambini.pdf.
Ho anche comprato, così, un atro libro "I cerchi nell'acqua" di Alessandro Robecchi, un giallo che ho apprezzato molto. Gli ambienti milanesi, la lettura scorrevole, le storie che si intrecciano ma scorrono veloci, il tono. Il romanzo è l'ultimo di una serie e devo dire che mi è venuta voglia di leggere i precedenti.
Ora ho appena incominciato qualcosa di diverso, un saggio in inglese dell'economista Joseph Stiglitz, "The price of inequality", una lettura un po' più impegnativa e che mescolerò probabilmente con altre.

Mai come ora leggere mi permette di evadere. Mi rendo conto che quando alzo la testa dal libro per un attimo non ho pensato a dove sono e a cosa faccio, mi sono disconnessa completamente dalla realtà. Un po' come meditare insomma

E i bimbi? Loro giocano, leggono (la grande) piantano semi e fanno bricolage con me, ma la cosa che mi ha più colpito proprio ieri è come si stiano adattando rapidamente a utilizzare nuovi mezzi di comunicazione.
All'inizio parlare a distanza non era una cosa facile, soprattutto per il più piccolo, ogni volta che partiva la chiamata c'era una specie di agitazione, il tono saliva, la comunicazione diventava difficile e tutti volevano parlare allo stesso tempo. Ieri per la prima volta i bimbi hanno parlato a lungo via Skype con le loro cugine. Una videochiamata che è diventata un momento in cui la più grande ha raccontato delle favole, la cugina ha mostrato i suoi progressi in lettura e alla fine tutti i cugini hanno organizzato un gioco complesso a distanza. Si sono gestiti da soli e hanno passato un momento piacevole di condivisione che non volevano finire. Ecco quando vedo come crescono e evolvono loro io mi dico che ho solo da imparare.

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